sabato 1 febbraio 2025

CONSIGLI SULLA LINGUA E LO STILE

 

Carl Spitzweg Il poeta povero

            Ma davvero leggendo il titolo avete pensato che mi mettessi a buttar giù consigli, indicazioni e prontuari per una scrittura efficace e uno stile personale, soprattutto dopo aver affermato più volte che non credo nelle scuole di scrittura? Ho scelto questo titoletto solo per puntualizzare che chi scrive non dovrebbe averne bisogno. O forse ritenete che Pirandello, giusto per fare un nome, scrivesse da bestia prima che qualcuno gli fornisse le dritte giuste?

          Al solo scopo di mostrarvi la sua completa inutilità, ecco qui di seguito un decalogo di norme, di quelli che piacciono tanto a chi insegna scrittura creativa.

 1. Quando scrivete ricordate sempre che state narrando, non predicando: non impartite lezioni di vita né di etica.

2. Mantenete la distanza dai personaggi e dalle situazioni, senza innamorarvi delle vostre creazioni.

3. Le descrizioni minuziose sono pallose.

4. Quanto più possibile evitate di dire cosa pensano e cosa provano i personaggi; molto meglio che ciò traspaia dalle loro azioni.

5. Dopo aver terminato una pagina, date inizio alla caccia ad aggettivi e avverbi: quanti più riuscirete a eliminarne, meglio sarà.

6. La natura è bella nei libri illustrati, a parole è noiosa.

7. Gli ambienti vanno descritti soltanto se sordidi e degradati, perché suscitano attenzione; per una ricca casa borghese sono sufficienti degli accenni.

8. Evitate virgolette, corsivi e maiuscoli per mettere in risalto le parole.

9. Non cercate la verosimiglianza a tutti i costi, voi vi occupate di letteratura non di cronaca.

10. Ignorate tutte le precedenti indicazioni, se l’istinto vi guida diversamente.

           Con altrettanta facilità sono stilabili decaloghi simili, somiglianti o del tutto opposti, dei quali poi non tenere conto mentre si scrive.

 P.S.    Un consiglio vero però me la sento di darvelo. Seguendo quello che è un costume nazionale del nuovo millennio, pare non ci sia modo di vedere pubblicata un’opera di narrativa che non indulga alla descrizione di cibi, bevande, pranzi e ricette; non si hanno tracce di protagonisti che non siano pure cuochi dilettanti o comunque raffinati gourmet e sommelier. Almeno voi astenetevi, per favore!

 

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