Con il titolo del mio ultimo libro ho promesso che non avrei più scritto di scuola e non intendo fare come Renzi. Però quando leggo delle polemiche che dominano il dibattito scolastico mi rendo conto che si tratta di temi sui quali, modestamente, ho già detto una parola definitiva. Mi limito a ribadirla.
I compiti a casa.
Tapini i nostri studenti che sono tartassati, logorati, vessati, incartapecoriti dalla massa dei compiti per casa loro assegnati da insegnanti insensibili e retrogradi. E chi lo scrive è la stessa persona che poco prima e poco dopo si lamenta del troppo e nocivo tempo che i pargoli trascorrono a friggersi quanto rimane del loro cervellino sui cellulari.
Quindi, invece di fornire la prova definitiva che vi siete presentati in ritardo alla consegna dei cervelli, benedite la massa ingente dei compiti per casa, augurandovi che cresca e si moltiplichi, operando l'unica prevenzione possibile all'abuso del cellulare: lo studio.
Amen.
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