mercoledì 19 febbraio 2025

Marco Travaglio docet

Delle tre l’una: o il presidente Mattarella s’è reso conto di averla fatta grossa, paragonando al Terzo Reich la Russia che combatté e sconfisse il Terzo Reich mentre l’Italia stava con il Terzo Reich; o ha finalmente saputo che l’Ucraina ha perso la guerra e noi con lei, anche se ora resta da avvertire la cosiddetta Ue; oppure ha cambiato ghost writer. Fatto sta che ieri ha corretto il tiro, con una giaculatoria più consona al suo stile felpato: “Auspico che la Russia torni a svolgere un ruolo di rilievo nel rispetto della sovranità di ogni Stato, della carta dell’Onu e del diritto internazionale”. Sante parole, se non fosse che nel 1999 un governo da lui vicepresieduto bombardò per 78 giorni Belgrado con la Nato e contro l’Onu, il diritto internazionale e la sovranità di uno Stato: la Serbia alleata di Mosca. Undici settimane di massacri, dai 1.200 ai 2.500 morti quasi tutti civili, fiumi di profughi, distrutta l’ambasciata cinese, polverizzati  ospedali, scuole, zone residenziali, treni passeggeri, convogli di fuggiaschi, autobus, mercati, ponti affollati e gli studi della tv RTS (uccisi 16 fra registi, giornalisti e tecnici).Ma la Nato non la chiamò guerra, bensì “ingerenza umanitaria”. Quella brusca rottura della pace europea dopo 44 anni spalancò la strada a un’altra gravissima lesione del diritto: lo smembramento della Serbia col riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo contro la risoluzione dell’Onu n. 1244, che vi confermava la sovranità di Belgrado. La scena si ripeté con le guerre illegali della Nato in Afghanistan (“lotta al terrorismo”), in Iraq (“esportazione della democrazia”) e in Libia (“sostegno alle primavere arabe”). Condanne internazionali? Mandati di cattura della Cpi? Paragoni col Terzo Reich? Nulla. Putin prese buona nota e al momento opportuno ci imitò: l’annessione della Crimea e il sostegno al Donbass (i Kosovo ucraini), poi l’invasione (pardòn, “operazione militare speciale”). Chi ora sventola il diritto internazionale dovrebbe spiegare a Putin, ma soprattutto ai russi, perché vale solo per loro. E Mattarella dovrebbe precisare esattamente quando ha scoperto che Mosca lo violava, visto che fra il 2014 e il 2022 fu proprio lui a insignire delle massime onorificenze della Repubblica Italiana ben 30 ministri, funzionari e oligarchi putiniani, alcuni già sanzionati per la Crimea. Il tutto anni dopo le guerre russe in Cecenia e in Georgia e i bombardamenti in Siria. Ora è una fortuna che a rispondere al paragone col Terzo Reich sia stata la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova e non quello di Putin, Dmitry Peskov, sul cui petto Mattarella nel 2017 aveva appuntato la stella di Commendatore della Repubblica a Mosca. Sennò sai che imbarazzo, per entrambi.

Il Fatto Quotidiano 19 febbraio 2025

martedì 18 febbraio 2025

Appunti sullo stato canaglia

 

Non troppi anni fa la revisione delle auotomobili era fissata a dieci anni dall'immatricolazione, con ripetizione ogni cinque anni.

Oggi che le automobili sono migliorate dal punto di vista della sicurezza e della diagnosi di guasti e malfunzionamenti, sembrerebbe logico dilatare queste scadenze. Invece, com'è noto, sono state abbassate a quattro e due anni, con l'assurdità per cui alcune case costruttrici offrono una garanzia di cinque anni ma per lo stato le auto in questione sono da rivedere un anno prima.

Ovviamente tramite questi inutili balzelli lo stato incamera i soldi per nuovi ospedali, nuove scuole, lotta alla povertà...

 

venerdì 14 febbraio 2025

Agiografia

 

La mancanza di memoria storica e la tendenza agiografica, caratteristiche precipue dell'Italia, fanno sì che senza alcun pudore venga celebrato come politico di rango e statista eccelso il pregiudicato e latitante Bettino Craxi. Sembra di capire, dai panegirici in suo onore, che durante i suoi anni si sia vissuta un'età dell'oro. In realtà anche i contemporanei ebbero ben chiara la percezione che fosse un politicante di mezza tacca e un corrotto. Basta riguardarsi i primi minuti del film Sesso e volentieri (1982) del genio Dino Risi, che nell'episodio Domenica-In (oltre a inventare Blob) lo sbeffeggia crudamente.

martedì 4 febbraio 2025

Ridere per ridere

 

Il prof Perboni ha scritto alcuni dei libri più divertenti di questo secolo. Acquistarli non è una brutta idea. Nella colonna di destra si trova il link per entrare in possesso (dietro pagamento di una modestissima cifra) del volume qui sopra.

Qui di seguito, invece, un assaggio di perle.

 

- Qual è l’opera principale di Dante?

- La Bibbia.

 

- Cos’è l’agricoltura?

- Quando qualcuno agricola la terra.

 

- Nel primo capitolo dei Promessi Sposi, quale panorama si presenta a Don Abbondio?

- Sopra il cielo e sotto la terra.

 

- Chi sono i pensionati?

- Quelli che pensano.

 

- Cosa rappresenta Guernica?

- Dei cadaveri morti.

 

 - Cosa sono Le quattro stagioni di Vivaldi?

- Una pizza.

 


lunedì 3 febbraio 2025

Siamo in Italia

 

 

Con la bonarietà tipica dell'ipocrisia, è sempre stata celebrata come una virtù "l'arte di arrangiarsi", abilità tipicamente italica.

Difficile calcolare la portata degli effetti nefasti di un atteggiamento apparentemente così piacione e innocuo. Qualche esempio?

Lo stipendio degli insegnanti è una miseria? Che importa, si arrangeranno con le lezioni private.

I trasporti pubblici fanno schifo? Che importa, tanto il biglietto non lo paghi.

Le liste di attesa per la sanità sono infinite? Ce lo avrai pure qualche conoscente che ti raccomanda per passare avanti.

L'arte di arrangiarsi, tradotta in termini prosaici, è l'arte di metterlo nel culo al prossimo.


domenica 2 febbraio 2025

Anni Ottanta

 

Negli anni ottanta del secolo scorso assisto a questa scena in un ristorante. Un mio parente e l'occupante di una tavolata lì appresso si riconoscono come vecchi amici, che non si vedono da anni. Dopo i saluti di rito e il consueto "che ci fai qui di bello?", l'altro spiega che la cena a cui partecipa è quella della sede locale del partito socialista. Gli ci vuole poco per iniziare a gloriarsi del potere che detengono e del fatto che appalti, concessioni e quant'altro significhi denaro pubblico è tutto in mano a loro. Non manca la profferta finale: "mi raccomando, se hai bisogno di qualcosa, non preoccuparti, dillo a me e ci pensiamo noi." Difficile che possa scordare la risposta del mio parente: "Grazie, non ho bisogno di niente."

Ecco, oggi che a quarant'anni di distanza, con la consueta mancanza di memoria storica, in Italia si celebrano latitanti e condannati, mi piacerebbe che invece venissero ricordati coloro che hanno detto "Grazie, non ho bisogno di niente."

sabato 1 febbraio 2025

CONSIGLI SULLA LINGUA E LO STILE

 

Carl Spitzweg Il poeta povero

            Ma davvero leggendo il titolo avete pensato che mi mettessi a buttar giù consigli, indicazioni e prontuari per una scrittura efficace e uno stile personale, soprattutto dopo aver affermato più volte che non credo nelle scuole di scrittura? Ho scelto questo titoletto solo per puntualizzare che chi scrive non dovrebbe averne bisogno. O forse ritenete che Pirandello, giusto per fare un nome, scrivesse da bestia prima che qualcuno gli fornisse le dritte giuste?

          Al solo scopo di mostrarvi la sua completa inutilità, ecco qui di seguito un decalogo di norme, di quelli che piacciono tanto a chi insegna scrittura creativa.

 1. Quando scrivete ricordate sempre che state narrando, non predicando: non impartite lezioni di vita né di etica.

2. Mantenete la distanza dai personaggi e dalle situazioni, senza innamorarvi delle vostre creazioni.

3. Le descrizioni minuziose sono pallose.

4. Quanto più possibile evitate di dire cosa pensano e cosa provano i personaggi; molto meglio che ciò traspaia dalle loro azioni.

5. Dopo aver terminato una pagina, date inizio alla caccia ad aggettivi e avverbi: quanti più riuscirete a eliminarne, meglio sarà.

6. La natura è bella nei libri illustrati, a parole è noiosa.

7. Gli ambienti vanno descritti soltanto se sordidi e degradati, perché suscitano attenzione; per una ricca casa borghese sono sufficienti degli accenni.

8. Evitate virgolette, corsivi e maiuscoli per mettere in risalto le parole.

9. Non cercate la verosimiglianza a tutti i costi, voi vi occupate di letteratura non di cronaca.

10. Ignorate tutte le precedenti indicazioni, se l’istinto vi guida diversamente.

           Con altrettanta facilità sono stilabili decaloghi simili, somiglianti o del tutto opposti, dei quali poi non tenere conto mentre si scrive.

 P.S.    Un consiglio vero però me la sento di darvelo. Seguendo quello che è un costume nazionale del nuovo millennio, pare non ci sia modo di vedere pubblicata un’opera di narrativa che non indulga alla descrizione di cibi, bevande, pranzi e ricette; non si hanno tracce di protagonisti che non siano pure cuochi dilettanti o comunque raffinati gourmet e sommelier. Almeno voi astenetevi, per favore!

 

Sedici anni fa

  Il 9 settembre del 2009 usciva  Perle ai porci.  Ormai è reperibile soltanto sul mercato dell'usato ma riporto qui di seguito il riass...