sabato 9 novembre 2024

Il più cretino del bigoncio


 

 

La realtà è che in Italia più che la sanzione penale manca quella sociale. Ho rievocato più volte la storia di Luigi Bisignani. Costui, oltre a esser stato pescato con le mani sul tagliere della P2, fu condannato nel 1993 per reati contro la pubblica amministrazione. Ora si penserebbe che un tipo così non avrebbe più potuto metter piede nella PA nemmeno come bidello. Invece lo troviamo bel bello, pochi anni dopo, come consigliere di Lorenzo Necci, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, poi condannato (la cosiddetta ‘seconda Tangentopoli’). Ma non basta, Bisignani è ancora attivo oggi, implicato nelle più losche macchinazioni (la P4). Matteo Renzi disse all’amico fraterno Enrico Letta “stai sereno” e dopo poche settimane gli soffiò il posto di capo del governo. Io ho una cultura da bar e uno che si comportasse così in quel bar non ci metterebbe più piede, invece Renzi è ancora all’onor del mondo e col suo partitino, Iv, che ha percentuali da albumina, è in grado di condizionare la politica italiana. Ma il caso più clamoroso e devastante è quello di Silvio Berlusconi, che ha dimostrato che col potere del denaro si può violare impunemente quasi tutto il Codice penale e aggiustare, a proprio comodo, anche le norme della Procedura penale. Con questo esempio che cosa può pensare il cittadino comune che per sua natura sarebbe normalmente onesto? Dirà: “Ma devo proprio essere io il più cretino del bigoncio?”

Massimo Fini Il Fatto Quotidiano 8 novembre 2024

 

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