Ricordo una bellissima enciclopedia che avevo quando frequentavo le elementari. Si chiamava Conoscere e la sua genialità consisteva nel fatto che non era organizzata in modo sistematico, come avviene di solito con le enciclopedie, vale a dire o alfabeticamente oppure per ambiti disciplinari, bensì come un libro di lettura e gli argomenti si susseguivano in ordine sparso. Si incontrava perciò la geografia della Francia, alla pagina dopo i dinosauri e dopo ancora il corpo umano.
Corpo umano, sia detto per inciso, che all’epoca di cui sto parlando, cioè gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, sia nelle enciclopedie per ragazzi che nei libri di testo di scienze delle medie terminava poco sotto l’ombelico per ricominciare venti centimetri più in basso. Su quella zona vigeva l’omertà più completa. A parole e tanto più a immagini.
Da questi appunti invece non rimarranno esclusi quei fatidici venti centimetri. Ormai sono adulto.
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