Il modo in cui aveva pronunciato quel nome monosillabico conteneva una traccia di comando ma in fin dei conti lui era un programmatore di primo livello e l’altro un semplice tecnico.
«Aub! Quanto fa sette per nove?»
Aub esitò un momento. Nei suoi occhi chiari passò un lampo di ansia.
«Sessantatre», rispose.
Il deputato Brant alzò un sopracciglio. «È giusto?»
«Controlli pure, deputato.»
Brant estrasse il suo computer tascabile, ne sfiorò due volte il bordo zigrinato, fissò il quadrante che teneva sul palmo della mano, poi lo ripose. A quel punto disse: «È dunque questo il fenomeno per il quale ci ha convocati qui? Un illusionista?»
«Non esattamente, onorevole. Aub ha memorizzato alcune procedure e per mezzo di queste esegue dei calcoli sulla carta.»
«Una stampante?» chiese il generale, deluso.
«Nossignore», replicò Shuman senza perdere la pazienza. «Non una stampante bensì un semplice foglio di carta. Generale, vorrebbe essere così gentile da dire un numero a caso?»
continua...
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